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Massimo Silvano Galli. Odissea nello spazio

  • Festival Adolescenza
  • 27 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 apr

Navigare nell’incertezza

(Adolescenti e adulti alla scoperta di nuove rotte tra tecnologie e relazioni)

di Massimo Silvano Galli 






"Odissea nello spazio” è il titolo che proponiamo per questo primo anno del Festival, un titolo che evoca un doppio viaggio: quello epico dell’eroe che affronta l’ignoto e quello quotidiano di adolescenti e adulti, entrambi chiamati a navigare in un universo digitale che sta ridefinendo lo spazio reale e le relazioni che lo abitano. Come Ulisse, sia i giovani che gli adulti, si trovano a dover affrontare un viaggio inevitabile, un cammino segnato da pericoli e opportunità, ma anche da smarrimenti condivisi.

 

Questo “space”, non esclusivamente virtuale, nel senso delle sue inevitabili cadute nel palpabile reale, inevitabilmente intrecciato alla realtà concreta, non è solo il luogo in cui gli adolescenti cercano sé stessi, ma anche quello in cui educatori, genitori e adulti in genere, devono imparare a orientarsi. In questa odissea contemporanea, tutti (forse più che mai) siamo educatori ed educandi, esploratori e smarriti, immersi in un viaggio in cui la sfida non è solo quella di trovare o ritrovare una direzione, ma di rendere il percorso generativo.

 

Come per Ulisse, il perdersi può trasformarsi in scoperta, e il viaggio diventare occasione per costruire nuove narrazioni, connessioni autentiche e strumenti di autonomia e consapevolezza. "Odissea nello spazio" è quindi un invito a trasformare il cambiamento imposto dalla tecnologia in una possibilità, guardando con speranza alle immense potenzialità di questo viaggio condiviso verso il meglio.


Viviamo un tempo in cui il cambiamento, lo si voglia o meno, è, più che in altre epoche, la norma. Tecnologie sempre più strabilianti non solo plasmano il nostro rapporto con il mondo, ma ci chiedono di ridefinire cosa significhi essere umani, relazionarsi, crescere. L’adolescenza, però ci insegna qualcosa che gli adulti a volte dimenticano: il cambiamento non è una minaccia, ma un processo naturale, inevitabile, e forse educare significa comprendere noi e loro come questo inevitabile passaggio vada accolto con curiosità e, fors’anche, coraggio.

 

Questo atteggiamento generativo si traduce, ad esempio, in inusitate forme di creatività. L’adolescenza è, infatti, spazio sperimentale, innovativo e di ridefinizione delle regole del gioco. Basta guardare l’evoluzione di ogni social media che nel bene o nel male prima viene invaso dai ragazzi che ne definiscono le modalità di attraversamento e solo successivamente abitato dagli adulti che, di fatto, finiscono per impoverirlo, spingendo gli adolescenti a spostarsi in un altro spazio. Ma pensiamo pure alle diverse forme di resistenza tutte ancora veramente da comprendere. Questa generazione di adolescenti sta infatti affrontando un mondo infinitamente più complesso e articolato di quanto non fosse nel passato, mostrando i limiti di questa impresa ma anche risorse che noi adulti non abbiamo mai avuto, costruendo nuove forme di socialità e affrontando sfide con inedito coraggio. Si pensi alla capacità di resistere alle diffuse è coercitive forme di controllo che il mondo adulto esercita su di loro, per altro favorite proprio dalle tecnologie a disposizione,


Certo vi sono anche dei rischi, perché la tecnologia in sé non è né buona né cattiva: è uno strumento che, come ogni innovazione umana, porta con sé straordinarie opportunità e sfide impegnative, ma questo non vale solo per le nuove generazioni, tutti siamo chiamati a interrogarci sul nostro rapporto con il digitale, su come esso influisca sulle nostre scelte, abitudini e relazioni.

 

Senz’altro, le dipendenze digitali sono un problema reale, ma non raccontano tutta la storia. L'adolescente ci mostra anche come la tecnologia possa essere un’occasione per creare, per connettersi in modo nuovo e per immaginare soluzioni a problemi che gli adulti non sanno affrontare.


E dunque, come sempre, Il problema non è la tecnologia in sé, ma come la società sceglie di educare al suo uso. Alcuni adolescenti e alcuni adulti hanno forse delle risposte: questo Festival vorrebbe provare ad ascoltarle e dialogare con loro.


Ovviamente l’edizione di quest’anno, “Odissea nello spazio”, non vuole essere un luogo di risposte definitive, ma un laboratorio di idee e visioni, dove si possano incontrare prospettive diverse dal troppo usitato e sterile puntare il dito contro qualcosa o qualcuno, né tantomeno un’arena per la corsa verso le ricette del “come fare per”.


L’obiettivo è avviare una conversazione che superi i luoghi comuni e le contrapposizioni, esplorando il potenziale dell’adolescenza -e di tutti coloro che attraversano spazi di cambiamento- come risorsa generativa per affrontare le sfide del nostro tempo. Che siano genitori o figli, educatori o studenti, ciascuno è chiamato a portare il proprio contributo in questo viaggio comune, riconoscendo che, solo nel perdersi, spesso si trova la vera direzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

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